Nelle giornate di domenica 28 e lunedì 29 maggio si vota in molte città d'Italia per il secondo turno delle elezioni amministrative. I ballottaggi più importanti sono quelli nei capoluoghi: Ancona, soprattutto, e poi Brindisi, Massa, Pisa, Siena, Vicenza e Terni. Complessivamente, urne aperte per il secondo turno in 41 città.
Sarà un weekend elettorale anche per la Sicilia, ma in questo caso per il primo turno. Tra i 128 comuni interessati, anche quattro capoluoghi di provincia: Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani.
È l'unico capoluogo di regione chiamato a rinnovare l'amministrazione (sindaca uscente è Valeria Mancinelli, eletta dal centrosinista). Il ballottaggio si giocherà tra il candidato di centrodestra Daniele Silvetti, che al primo turno ha registrato il 45,11 per cento, e la compagine di centrosinistra (di cui fanno parte Pd, Azione e Italia viva) guidata da Ida Simonella: 41,28 per cento il risultato di due domeniche fa.
Nessuna indicazione di voto ufficiale è arrivata dagli schieramenti, e dai candidati, esclusi dal secondo turno: si tratta degli esponenti civici Francesco Rubini, che aveva ottenuto il 6,11 per cento, Marco Battino (2,18 per cento) e il candidato M5s Enrico Sparapani (3,64 per cento).
A chiudere la campagna elettorale insieme a Ida Simonella c'era la segretaria del Pd Elly Schlein, mentre in sostegno di Daniele Silvetti si è presentato il ministro dello Sport Andrea Abodi.
Brindisi
La contesa in Puglia riguarderà Giuseppe Marchionna del centrodestra (44 per cento al primo turno) e Roberto Fusco (33,32 per cento), espressione del M5s - con Giuseppe Conte che si è fatto vedere in città - e sostenuto anche dal Pd, in una riedizione locale del fu campo largo.
Per il ballottaggio non ci sono stati apparentamenti ufficiali, ma sarà decisivo il voto di chi al primo turno aveva scelto il civico Paquale Luperti (12,54 per cento) o il sindaco uscente di posizione ambientalista Riccardo Rossi (10,14 per cento, grazie a una lista civica e a Sinistra italiana - Verdi).
Massa
La sfida sarà tra Francesco Persiani, rappresentante di un centrodestra che al primo turno ha fatto a meno di FdI (che sosteneva Marco Guidi, si è fermato appena sotto il 20 per cento). Per Persiani, il 35,42 per cento dei consensi. Contro di lui Romolo Enzo Ricci, a un soffio dal 30 per cento, con un centrosinistra senza pentastellati (fermi al primo turno con poco più del 5 per cento con Daniela Bennati, candidata insieme a Unione Popolare). Nienteapparentamenti nemmeno qui, ma è chiaro che molto dipenderà dalla scelta di chi due settimane fa aveva votato per Guidi.
Pisa
Un po' diversa è la situazione nel comune pisano. Anche qui la città era guidata dal centrodestra, il cui candidato e sindaco uscente Michele Conti ha sfiorato il successo al primo turno. Ha preso il 49,96 per cento, a una manciata di voti dall'elezione. Lo insegue Paolo Martinelli, per il centrosinistra, che parte dal suo 41,12 per cento ed è sostenuto da un'alleanza che in questo caso vede insieme grillini e Pd. Francesco Auletta, che con la coalizione "Diritti in comune" ha raccolto il 6,73 per cento, non ha formalizzato alcun apparentamento con chi ha avuto accesso al ballottaggio. Mentre il candidato del Terzo Polo Rita Marotti (al primo turno ha raccolto l'1,34 per cento dei voti) ha espresso una preferenza per il candidato di centrosinistra.
Siena
Nella città del Palio, che è attualmente guidata dal centrodestra, se la vedranno Fabio Nicoletti e Anna Ferretti. Il primo, sostenuto da Lega, FI e FdI, è avanti con il 30,51 per cento del primo turno, mentre la candidata progressista è al 28,7 per cento (senza M5s). Nessun apparentamento ufficiale da parte degli altri candidati in corsa il 14-15 maggio: Fabio Pacciani che ha riscosso il 22,65 per cento, Massimo Castagnini con il 7,19 per cento e Emanuele Montomoli con il 6,79 per cento, mentre Daniela Boldrini del M5s ha ottenuto appena l',159 per cento. La partita è aperta.
Terni
Il ballottaggio riguarderà Orlando Masselli (Lega, FI, FdI e liste civiche) che parte dal 35,81 per cento e Stefano Bandecchi di Alternativa Popolare (è anche il presidente della Ternana, la squadra di calcio locale), che ha registrato il 28,14 per cento e spera di ribaltare il risultato, sfondando al centro.
Nel comune umbro non sono arrivate indicazioni di voto da parte degli altri candidati in lizza due settimane fa, i cui voti saranno tuttavia decisivi. Il candidato PdJose Maria Kenny aveva infatti ottenuto il 21,94 per cento mentre Claudio Fiorelli (M5s con altre due liste) il 10,82 per cento.
Vicenza
Lo spareggio in Veneto sarà tra Francesco Rucco, sindaco uscente schierato dal centrodestra, che aveva registrato al primo turno il 44,06 per cento, e Giacomo Possamai del Pd, fermo al 46,23 per cento.
Tra gli altri candidati al primo turno, il civico Cicero ha dato il suo sostegno ufficiale a Rucco, portando in dote il 2,57 per cento di 15 giorni fa. Mentre Possamai non ha ricevuto endorsement ufficiali. Potrebbe sostenerlo Lucio Zoppello (al 2,49 per cento al primo turno con una lista civica). Allo stesso modo, il candidato dem spera di incassare il sostegno di Edoardo Bortolotto, candidato del Movimento 5 stelle (1,7 per cento). Stefano Crescioli, altro civico, (2,14 per cento al primo turno) non ha dato indicazioni.
In Sicilia e Sradegna si vota per il primo turno
Anche in Sicilia sarà una domenica con le urne aperte per oltre 1,3 milioni di cittadini e 128 comuni. Tra questi sono presenti quattro capoluoghi di provincia: Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani.
La partita più importante si gioca a Catania: Meloni, Salvini e Tajani hanno deciso di chiudere qui la campagna elettorale a sostegno del candidato Enrico Trantino. Ma da queste parti si sono fatti vedere anche Giuseppe Conte e Alessandro Zan per supportare Maurizio Caserta, espressione di un campo largo che comprende Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra.
In Sardegna i comuni al voto sono 39: tra questi solo due ((Assemini e Iglesias) superano i 15 mila abitanti ed è quindi previsto, eventualmente, il ballottaggio.
Il voto nelle città: ballottaggi da Ancona a Vicenza, primo turno in Sicilia e Sardegna | Il Foglio
Si vota per il secondo turno in 41 centri, tra cui Brindisi, Massa, Pisa, Siena e Terni. Anche 128 città siciliane sono chiamate a rinnovare le amministrazioni. Tra queste Catania, dove la premier Meloni ha deciso di chiudere la campagna elettorale contro il campo largo di Pd e M5s. Mentre i comuni sardi coinvolti sono 39
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Perché la destra soffre nelle città globali | Il Foglio
L’esame dell’esito elettorale delle amministrative è come sempre controverso, il che fa pensare che in sostanza l’equilibrio tra le forze politiche sia rimasto pressoché immutato. Più che sui dati quantitativi forse conviene concentrare l’attenzione sui segnali che possono essere colti nella distribuzione dei consensi. La nuova sconfitta del centrodestra a Brescia, grande centro di una regione come la Lombardia in cui il centrodestra è maggioranza da tempi immemorabili, fa pensare che la sua proposta non riesca a incontrare le aspettative di una città in cui si sentono gli effetti della modernità. Dare risposte alla modernità da parte di una coalizione conservatrice non è facile, e questo è confermato dalla sua difficoltà a primeggiare nelle grandi città. Il vecchio modello del conservatorismo liberista, quello di Margaret Thatcher e di Ronald Reagan, in una fase in cui è assolutamente evidente l’esigenza di un impegno più pervasivo dello stato per governare problemi di dimensione sovranazionale, della pandemia alla guerra, non è utilizzabile. Di questo il centrodestra “sociale” di Giorgia Meloni è ben consapevole, ma la riproposizione di modelli di convivenza tradizionali si scontra con l’effervescenza delle società urbane.
La sinistra, per parte sua, ha un problema irrisolto con i ceti popolari. La conferma dell’amministrazione di destra a Cinisello Balsamo col 60 per cento dei consensi ne è un sintomo abbastanza chiaro. Cinisello è un grosso centro in cui risiedono soprattutto lavoratori, che in passato seguivano il Pci e che ora invece, qui come nella vicina Sesto San Giovanni, non si sentono rappresentati né dal Pd né dalla Cgil. Riproporre uno schema di contrapposizione sociale che aveva un senso nelle lotte delle grandi fabbriche manifatturiere, che ora non esistono quasi più, e subordinare per giunta queste tematiche a quelle, peraltro piuttosto gridate, che spiegate dei “diritti civili” finisce col perdere contatto con l’elettorato più popolare. Le elezioni amministrative non hanno prodotto modificazioni del quadro generale che possano indicare particolari strategie politiche, invece segnalano la permanenza di problemi e insufficienze di entrambi gli schieramenti che sarebbe saggio non trascurare da parte di chi ha la responsabilità di dirigerli.
Il Pd performa peggio, ma è vincente grazie all'intesa con Terzo polo e all'assenza dei contiani. Ecco i dati che spiegano la vittoria di Laura Castelletti alle elezioni amministrative
La lezione di Brescia ai fan del Conteschlein è molto chiara. Certo, la Leonessa ruggisce a sinistra, lo fa da molto tempo e con solide radici, ma non troppo a sinistra. E’ una sinistra bresciana, propriamente. Dai geni moderati, riformisti, e cattolici. Con un Dna nobile di civismo ben strutturato. Leggere tra i risultati della vittoria di Laura Castelletti al primo turno – lei era la vice di Emilio Del Bono, e pure lui al secondo mandato aveva vinto al primo turno: continuità e solidità – è istruttivo. Prima notazione: il Pd performa al 26,64 per cento. Alle Regionali era stato il 38,18. Anche a febbraio aveva vinto il centrosinistra, e dunque Pierfrancesco Majorinp, che però si era fermato al 46,09 per cento contro il 54,84 della Castelletti. In pratica il Pd performa peggio, ma la coalizione assai meglio. Perché? Secondo elemento. Quello che cambia davvero tra i due schieramenti è il posizionamento del M5s e del Terzo polo. Alle Regionali il partito di Conte, come è noto, era in coalizione. A Brescia prese il 3,27 per cento con 2.028 voti totali. Alle Comunali il M5s si è presentato con il Partito comunista e Unione popolare: ha ottenuto 1.098 voti per l’1,39 per cento. Per converso il Terzo polo aveva raccolto 2.745 voti per il 4,42 per cento alle Regionali, sostenendo Letizia Moratti. Alle Comunali invece era nella coalizione di centrosinistra. Risultato? Il doppio dei voti e una percentuale del 7,04 per cento. Insomma, metà della motivazione del miglior risultato di Castelletti rispetto a Majorino è dovuto alla presenza in coalizione del Terzo polo e all’assenza dei contiani. Non cambia il peso specifico dell’uomo forte di Brescia, ovvero Emilio Del Bono. Lui ha trainato le Regionali, e lui è stato protagonista delle Comunali. L’incognita politica, per lui, è la Regione: senza alcun ruolo politico evidente (tranne quello di consigliere regionale) come farà a mantenere il consenso sul territorio? E come farà a strutturarsi in vista delle Europee? Per ampliare la riflessione politica, ovviamente in chiave lombarda, sulle Europee (ormai i motori sono accesi), ci si potrebbe chiedere se è più attrattiva l’alleanza con il Terzo polo o con il M5s, e dunque se l’opzione Schlein-Conte – qualora si verificasse, che non è scontato – supererà la prova del prossimo anno. Le Europee sono un test non solo politico, ma molto importante anche in chiave Milano 2027: non è un caso che la narrazione delle regionali vinte sotto la Madonnina sia stata assai pervasiva e consistente da parte della corrente majoriniana.
Altra annotazione, questa volta sul centrodestra, sempre per Brescia. La sfida era durissima, tutti sapevano che anche solo accedere al ballottaggio sarebbe stato un risultato importante. La tattica adottata è stata quella di cercare di politicizzare lo scontro, con un’inversione di marcia nelle ultime due settimane: visite dei big a ripetizione e comizi in piazza. Non è servito, anche se un po’ di inquietudine nel centrosinistra si era registrata. Colpisce non tanto il calo di Fratelli d’Italia, che passa dal 19,26 delle Regionali al 16,52 delle Comunali. Ma è da segnalare il passo avanti della compagine legata al Carroccio. La Lega infatti ha ottenuto il 7,53 per cento a cui sommare l’11,68 per cento della lista civica del candidato leghista Fabio Rolfi. Alle Regionali invece la Lega era all’11,04 per cento e la civica di Attilio Fontana al 5,38 per cento. Facendo un po’ di matematica: per i leghisti si tratta di un avanzamento del 2,79 per cento.
Infine, su Forza Italia. C’è qualche segnale di vita, in Lombardia. Dopo la grande tempesta che ha portato all’addio di Licia Ronzulli e all’esordio di Alessandro Sorte come segretario regionale. E’ stata infatti elaborata una complicata tabella per capire le differenze di performance tra le Regionali e le Comunali, stante il fatto che i partiti “perdono” sempre e comunque perché alle amministrative le liste civiche che drenano molti voti. Tuttavia, secondo un conto ponderato, tra i partiti maggiori è Fratelli d’Italia che cala più marcatamente (dell’8,14 per cento). Seguono appaiati Lega (-3,87 per cento) e Pd (-3,30 per cento). FI cala appena dell’1,19 per cento, segno che ha tenuto il suo zoccolo duro. Ovviamente va considerato che sui partiti con basi più ampie è più facile che i voti si spostino, soprattutto dove il voto è maggiormente influenzato da dinamiche locali.
Nelle giornate di domenica 28 e lunedì 29 maggio si vota in molte città d'Italia per il secondo turno delle elezioni amministrative. I ballottaggi più importanti sono quelli nei capoluoghi: Ancona, soprattutto, e poi Brindisi, Massa, Pisa, Siena, Vicenza e Terni. Complessivamente, urne aperte per il secondo turno in 41 città.
Sarà un weekend elettorale anche per la Sicilia, ma in questo caso per il primo turno. Tra i 128 comuni interessati, anche quattro capoluoghi di provincia: Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani.
È l'unico capoluogo di regione chiamato a rinnovare l'amministrazione (sindaca uscente è Valeria Mancinelli, eletta dal centrosinista). Il ballottaggio si giocherà tra il candidato di centrodestra Daniele Silvetti, che al primo turno ha registrato il 45,11 per cento, e la compagine di centrosinistra (di cui fanno parte Pd, Azione e Italia viva) guidata da Ida Simonella: 41,28 per cento il risultato di due domeniche fa.
Nessuna indicazione di voto ufficiale è arrivata dagli schieramenti, e dai candidati, esclusi dal secondo turno: si tratta degli esponenti civici Francesco Rubini, che aveva ottenuto il 6,11 per cento, Marco Battino (2,18 per cento) e il candidato M5s Enrico Sparapani (3,64 per cento).
A chiudere la campagna elettorale insieme a Ida Simonella c'era la segretaria del Pd Elly Schlein, mentre in sostegno di Daniele Silvetti si è presentato il ministro dello Sport Andrea Abodi.
Brindisi
La contesa in Puglia riguarderà Giuseppe Marchionna del centrodestra (44 per cento al primo turno) e Roberto Fusco (33,32 per cento), espressione del M5s - con Giuseppe Conte che si è fatto vedere in città - e sostenuto anche dal Pd, in una riedizione locale del fu campo largo.
Per il ballottaggio non ci sono stati apparentamenti ufficiali, ma sarà decisivo il voto di chi al primo turno aveva scelto il civico Paquale Luperti (12,54 per cento) o il sindaco uscente di posizione ambientalista Riccardo Rossi (10,14 per cento, grazie a una lista civica e a Sinistra italiana - Verdi).
Massa
La sfida sarà tra Francesco Persiani, rappresentante di un centrodestra che al primo turno ha fatto a meno di FdI (che sosteneva Marco Guidi, si è fermato appena sotto il 20 per cento). Per Persiani, il 35,42 per cento dei consensi. Contro di lui Romolo Enzo Ricci, a un soffio dal 30 per cento, con un centrosinistra senza pentastellati (fermi al primo turno con poco più del 5 per cento con Daniela Bennati, candidata insieme a Unione Popolare). Nienteapparentamenti nemmeno qui, ma è chiaro che molto dipenderà dalla scelta di chi due settimane fa aveva votato per Guidi.
Pisa
Un po' diversa è la situazione nel comune pisano. Anche qui la città era guidata dal centrodestra, il cui candidato e sindaco uscente Michele Conti ha sfiorato il successo al primo turno. Ha preso il 49,96 per cento, a una manciata di voti dall'elezione. Lo insegue Paolo Martinelli, per il centrosinistra, che parte dal suo 41,12 per cento ed è sostenuto da un'alleanza che in questo caso vede insieme grillini e Pd. Francesco Auletta, che con la coalizione "Diritti in comune" ha raccolto il 6,73 per cento, non ha formalizzato alcun apparentamento con chi ha avuto accesso al ballottaggio. Mentre il candidato del Terzo Polo Rita Marotti (al primo turno ha raccolto l'1,34 per cento dei voti) ha espresso una preferenza per il candidato di centrosinistra.
Siena
Nella città del Palio, che è attualmente guidata dal centrodestra, se la vedranno Fabio Nicoletti e Anna Ferretti. Il primo, sostenuto da Lega, FI e FdI, è avanti con il 30,51 per cento del primo turno, mentre la candidata progressista è al 28,7 per cento (senza M5s). Nessun apparentamento ufficiale da parte degli altri candidati in corsa il 14-15 maggio: Fabio Pacciani che ha riscosso il 22,65 per cento, Massimo Castagnini con il 7,19 per cento e Emanuele Montomoli con il 6,79 per cento, mentre Daniela Boldrini del M5s ha ottenuto appena l',159 per cento. La partita è aperta.
Terni
Il ballottaggio riguarderà Orlando Masselli (Lega, FI, FdI e liste civiche) che parte dal 35,81 per cento e Stefano Bandecchi di Alternativa Popolare (è anche il presidente della Ternana, la squadra di calcio locale), che ha registrato il 28,14 per cento e spera di ribaltare il risultato, sfondando al centro.
Nel comune umbro non sono arrivate indicazioni di voto da parte degli altri candidati in lizza due settimane fa, i cui voti saranno tuttavia decisivi. Il candidato PdJose Maria Kenny aveva infatti ottenuto il 21,94 per cento mentre Claudio Fiorelli (M5s con altre due liste) il 10,82 per cento.
Vicenza
Lo spareggio in Veneto sarà tra Francesco Rucco, sindaco uscente schierato dal centrodestra, che aveva registrato al primo turno il 44,06 per cento, e Giacomo Possamai del Pd, fermo al 46,23 per cento.
Tra gli altri candidati al primo turno, il civico Cicero ha dato il suo sostegno ufficiale a Rucco, portando in dote il 2,57 per cento di 15 giorni fa. Mentre Possamai non ha ricevuto endorsement ufficiali. Potrebbe sostenerlo Lucio Zoppello (al 2,49 per cento al primo turno con una lista civica). Allo stesso modo, il candidato dem spera di incassare il sostegno di Edoardo Bortolotto, candidato del Movimento 5 stelle (1,7 per cento). Stefano Crescioli, altro civico, (2,14 per cento al primo turno) non ha dato indicazioni.
In Sicilia e Sradegna si vota per il primo turno
Anche in Sicilia sarà una domenica con le urne aperte per oltre 1,3 milioni di cittadini e 128 comuni. Tra questi sono presenti quattro capoluoghi di provincia: Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani.
La partita più importante si gioca a Catania: Meloni, Salvini e Tajani hanno deciso di chiudere qui la campagna elettorale a sostegno del candidato Enrico Trantino. Ma da queste parti si sono fatti vedere anche Giuseppe Conte e Alessandro Zan per supportare Maurizio Caserta, espressione di un campo largo che comprende Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra.
In Sardegna i comuni al voto sono 39: tra questi solo due ((Assemini e Iglesias) superano i 15 mila abitanti ed è quindi previsto, eventualmente, il ballottaggio.